American Idiot – I Green Day e l’Occidente

Immagine simbolica di critica politica e sociale ispirata a "American Idiot" dei Green Day
Una rappresentazione visiva della critica politica e sociale ispirata all’album “American Idiot” dei Green Day, con temi di disinformazione, pace, e ribellione

I media, la guerra in Iraq e il sogno americano negli anni 2000

“Do you wanna be an American Idiot?

È il 2004, son passati 3 anni dall’attentato alle Torri Gemelli, Bush e l’Occidente hanno invaso l’Iraq e catturato Saddam Hussein, e i Green Day pubblicano il loro settimo album, American Idiot, tra i lavori più conosciuti a livello mondiale per la band di Berkeley, nata nel 1986.

Con oltre 16 milioni di copie vendute nel mondo, Grammy Awards, il concept album è considerato uno dei capolavori – o anche Il capolavoro – dei Green Day, per maturazione, livelli di lettura e interpretazione, qualità e “rotondità” sonore. Secondo album della band per numero di copie vendute dopo Dookie, American Idiot ci porta con rabbia, idealismo, furore negli Stati Uniti post 2001.

A Budweiser please!

Bottiglia e boccale di birra Budweiser

Come ci piace fare, prima di tornare al 2004, a quell’album e a quel periodo, ci piace sempre fare un sorso di qualcosa. Questa volta non potevamo scegliere una delle birre più iconiche – attenzione, non per forza la migliore – degli States, la Budweiser.

Fondata nel 1876, dall’immigrante tedesco Adolphus Busch, la Budweiser è una classica lager, leggera e dissetante, diffusa a ogni latitudine. Le origini di questa birra risalgono alla Boemia medievale, presso l’attuale České Budějovice e da quelle parti conosciuta proprio con il nome di Budweis.

La questione del nome non è banale; nel mercato europeo, ad eccezione di Irlanda, Svezia, Finlandia e Spagna, la birra americana può essere commercializzata solo come Bud, poiché il nome del marchio Budweiser è di proprietà esclusiva del produttore di birra ceco Budweiser Budvar1.

La Budweiser viene prodotta utilizzando orzo maltato, riso, acqua, luppolo e lievito. La produzione avviene in sette fasi2:

Tipicamente statunitense, nei colori e nelle immagini, nel marketing e nello storytelling, la Budweiser è a tutti gli effetti uno dei brand a stelle e strisce più diffusi e riconoscibili, proprio come i Green Day e American Idiot, diventati negli anni punti fermi del punk rock mondiale.

Il contesto politico di American Idiot

Pubblicato il 21 settembre 2004, American Idiot è un concept album legato alla figura del personaggio di Jimmy, il Jesus of Suburbia che racconta la propria esistenza e la vita quotidiana di una generazione catapultata nella guerra in Iraq, come in un nuovo Vietnam.

È difficile stabilire il confine tra il racconto di una storia personale e il suo uso per descrivere la società di riferimento. Nel caso di American Idiot, c’è dell’altro: Jimmy è, al tempo stesso narratore di sé stesso, della generazione, e della società a cui appartiene.

Molto bene, siamo pronti per immergerci in questo viaggio a ritroso. Nel dubbio, abbiamo messo altre Bud in frigo.

Le Torri Gemelle – Il Re è nudo

Gli anni 2000 iniziano col botto, e il colpo è micidiale. Per la prima volta dai tempi di Pearl Harbor gli Stati Uniti sono attaccati a casa loro da un nemico esterno: un fatto epocale. Al pari dell’attacco giapponese del 1940, anche l’attacco alle Twin Towers è violento, spaventoso e provoca una decisa reazione a stelle e strisce. Tra le tante differenze che separano questi due attacchi però è il bersaglio: per i giapponesi, in guerra, il bersaglio era esclusivamente militare.

L’11 settembre 2001 due aerei si schiantano sulle due torri di New York che racchiudono, simbolicamente e praticamente, il potere economico occidentale e mondiale. Il panico è ovunque: mentre sul luogo accorrono ambulanze, vigili del fuoco, tutte le televisioni trasmettono immediatamente l’evento. E nei giorni successivi non si parlerà d’altro.

L’attentato causa migliaia di vittime e feriti, tra chi si trovava all’interno delle torri, chi nei pressi, e chi era intervenuto subito dopo. Un normale martedì diventa – in pochi minuti – un inferno senza ritorno, per la storia statunitense, occidentale e mondiale.

Le guerre in Afghanistan e Iraq

Nelle ore successive all’attacco alle Torri Gemelli, altri due aerei vengono dirottati dai terroristi con l’intenzione di colpire altri obiettivi strategici, il Pentagono e la Casa Bianca o il Campidoglio. Tre su quattro dirottamenti vanno a segno, con il Pentagono che viene parzialmente colpito dall’aereo. Il Presidente George W. Bush, nel frattempo, si trova in una scuola elementare in Florida, dove viene informato dall’entourage; è il preludio del successivo discorso alla Casa Bianca e delle successive azioni.

L’Occidente è sconvolto. I mesi successivi servono a raccogliere le macerie, varare nuove riforme in materia di terrorismo, e a convincere l’opinione pubblica di una guerra in Afghanistan alla ricerca di Osama bin Laden. Fino al 2004, il leader afgano ha sempre negato la responsabilità dei talebani nell’attentato, salvo poi rivendicarlo come risposta ai continui aiuti degli USA a Israele nelle guerre in Medio Oriente.

Durante le operazioni di invasione dell’Afghanistan, gli Stati Uniti architettano una seconda missione: invadere l’Iraq, reo – a detta loro – di aver aiutato i talebani negli attacchi del 2001, oltre ad altre varie e presunte violazioni di diritti, internazionali, militari, nonché come prevenzione per possibili attacchi futuri. Dietro tutto questo c’è chiaramente l’accumulazione di petrolio e l’occupazione di quelle zone, ma la campagna fu data in pasto all’opinione pubblica quasi come un messaggio d’amore fraterno: “Esportare la democrazia“.

L’opinione pubblica e la propaganda

Per avere un’idea concreta su cosa questi due termini significhino concretamente vi consigliamo la lettura di Opinione Pubblica, di Walter Lippman del primo Novecento. Un classico sempre attuale. Come a dire: il mondo non è mai cambiato.

Tra il 2002 e il 2004, l’amministrazione Bush porta avanti una guerra che mostra quasi da subito le reali motivazioni. Di umanitario c’è ben poco, di accumulazione di risorse molto. Le istituzioni internazionali e l’opinione pubblica internazionale si interrogano sui morti che i militari lasciano per strada; intanto, anche oltreoceano cresce il dissenso e l’opposizione a questa campagna che, negli anni successivi continuerà a rigurgitare segreti, massacri, tragedie, crimini di guerra e contro l’umanità.

American Idiot, il settimo sigillo dei Green Day

I Green Day alla conquista del mondo

Le tracce di American Idiot

In questo scenario turbolento sono tanti gli artisti che decidono di prendere posizione; alcuni velatamente, altri in punta di piedi, altri “dritti come una catapulta!”. American Idiot, con il suo racconto diretto, disincantato e al tempo stesso romantico, duro e violento è una critica alla guerra, alla disinformazione, alle fake news, porta al centro della narrazione una società in presa a una crisi di nervi.

L’album inizia con la canzone che dà il titolo all’album: con un ritmo punk rock veloce e potente, il brano esprime il disprezzo per la manipolazione dei media e la conformità sociale. In breve tempo infatti, la canzone diventa un inno per molte persone che si oppongono alla cultura dominante del militarismo e dell’interventismo.

Jesus of Suburbia

Come una pièce de théâtre che rispetti, una volta presentato il contesto è il momento del protagonista, Jesus of Suburbia, un giovane che vive in una città suburbana americana e si sente soffocato e disilluso dalla cultura conformista e materialista che lo circonda. Con una durata di oltre 9 minuti, il brano è uno dei più lunghi della carriera dei Green Day ed è composto da cinque atti:

La complessità artistica dei Green Day qui è massima. L’album prosegue con Holiday, classicone di ogni classifica è un inno anti-guerra con un ritmo energico e testi provocatori. L’interpretazione di Billie Joe Armstrong è ironica, ammiccante, tagliente e divertente, così come il testo, apparentemente leggero ma che se la prende con la politica estera e il nazionalismo cieco espresso in quegli anni dall’amministrazione Bush.

Qui i Green Day si discostano un momento da ciò che li circonda, per raccontare una sfera più intima. Boulevard of Broken Dreams è un brano lento e riflessivo che esplora la solitudine e la ricerca di significato. Il protagonista cammina da solo, metaforicamente e fisicamente, cercando un senso nella sua vita. Mentiremmo se non dicessimo che ci è capitato spesso! Come le precedenti, anche Boulevard of Broken Dreams se da un lato è un pezzo da radio da cantare sempre, dall’altro impone una riflessione sui tempi attuali.

Are We the Waiting rappresenta infatti un momento di attesa per Jesus che si sente bloccato, aspettando qualcosa che cambi la sua vita. La ballata infonde speranza, incertezza, immobilità e può essere vista, nell’interpretazione complessiva dell’album, come la calma prima della tempesta.

St. Jimmy

Tempesta che arriva subito, con St. Jimmy, un alter ego o nemesi di Jesus, ribelle, carismatico e autodistruttivo che incarna tutti i desideri anarchici e nichilisti di Jesus. L’incontro – o la creazione di St. Jimmy – è un momento cruciale per Jesus e per la narrazione dell’album. St. Jimmy è una figura affascinante e pericolosa, che trascina Jesus in un vortice di comportamenti distruttivi.

Sotto l’influenza di St. Jimmy, Jesus cerca di anestetizzare il suo dolore emotivo; a quel punto incontra una ragazza ribelle chiamata Whatsername, che lo ispira ulteriormente (Give Me Novacaine e She’s a Rebel).

Whatsername e la disillusione

La passione e l’infatuazione crescono in Extraordinary Girl che racconta la storia di una ragazza straordinaria, in lotta per trovare il suo posto nel mondo. La traccia esplora le difficoltà e le sfide che affronta.

Trovare un equilibrio e una felicità, in questo mondo, sembrano essere tuttavia delle cose destinate a persone fortunate. E così, tra gli imprevisti della vita, ecco Letterbomb, un brano energico che esplora la disillusione e la frustrazione del protagonista. La canzone può essere vista come una “lettera bomba” emotiva inviata da una persona cara – una ex, un vecchio amico, un parente? – al protagonista. Scegliete voi.

Wake Me Up When September Ends è invece uno dei capolavori in assoluto della band. Un brano che non cessa mai, neppure dopo il milionesimo ascolto, di fornire spunti di lettura e interpretazione. Il testo di Billie Joe Armstrong è dedicato al ricordo del padre e al dialogo dell’autore con la madre dopo il lutto. La bellezza unica di questo brano è che ciascuno la può sentire propria, in qualche modo, rispetto alle proprie esperienze.

L’epilogo

Homecoming, suite speculare per posizione nell’album e per struttura interna, come dice il titolo, racconta il ritorno a casa, la sua lotta interiore e la sconfitta di Jimmy, il cambiamento e l’introspezione.

La traccia che chiude l’album, Whatsername, è dedicata all’amore di Jesus, il suo incontro con ciò che move il sole e l’altre stelle, direbbe qualcuno. Jesus ricorda Whatsername e riflette sul suo viaggio. Nonostante tutto, ha difficoltà a dimenticare la sua vecchia vita e le persone che ha incontrato. Nostalgia, riflessione sulla memoria e sull’impatto delle relazioni passate sono i temi dominanti, tipici di quando “si volta pagina”.

L’eredità di American Idiot

Come altri album, anche questo a ogni ascolto avrà sempre qualcosa di diverso e di nuovo. È la magia destinata a poche opere. Con sei dischi di platino negli Stati Uniti, sei in Canada e cinque in Australia e Regno Unito, American Idiot ha segnato una generazione e una cultura, quella globalizzata di inizio duemila, che navigava su internet e scaricava musica da un decennio, che era stata stravolta dal movimento No Global e dal G7 di Genova, che iniziava a dissolversi attraverso la diffusione di massa dei social network ma che ciò nonostante aveva una coscienza collettiva nel ripudiare la guerra e l’occupazione.

Questo è American Idiot, il racconto di un giovane statunitense al volgere del millennio in una società frantumata al suo interno e al suo esterno.

  1. https://web.archive.org/web/20220201040734/https://www.wsj.com/articles/SB10001424052748703578104575397070661513504 ↩︎
  2. https://www.budweisertours.com/commitment-to-quality/brewing-process.html ↩︎

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